martedì 29 marzo 2011

Lettera ad un amico..

A volte si cade nel tranello delle, cosiddette, frasi fatte ma.. Nulla è semplice, ed è vero purtroppo. Non è facile la mattina svegliarsi alle cinque per andare a lavoro, così come non è semplice dire ti voglio bene ad un amico. Gesti e parole sono le cose più difficili. Per fortuna che abbiamo i sentimenti.. Questi battono di gran lunga qualsiasi paura o imbarazzo.
Sarebbe bello affrontare tutto con l'ingenuità infantile che rimpiango quando ripenso al passato. Tutto aveva una visione più candida, più soffice, meno spigolosa e complicata. Sarebbe bello sognare, volare e toccare la luna.
Va bene l'irrazionalità, va bene l'ignoto, va bene tutto, ma l'edera non può salire più in alto del muro che la sostiene.
Quel limite è invalicabile e ti viene imposto, da te stesso. Vuoi andare oltre il muro? Costruiscilo. Vedrai che l'edera crescerà e si arrampicherà ancora, arriverà sempre in cima, ma starà a te decidere se farla continuare a crescere oppure no. Tutto dipende da te. Il fato a volte fa il suo percorso ma sta a te importi e fare in modo che tu sia felice. Una sola cosa conta, stare bene, essere felici.
Tu lo vuoi? Segui la tua strada, vivi e fottitene.

venerdì 25 marzo 2011

Che ne hai fatto delle tue ragioni??

Via, vorresti andare via. Scappare e trovare rifugio in qualcosa che non c'è, in qualcosa che desidero, cercando di capire cosa davvero sia il desiderio. La sensazione di avere sogni che col freddo, ibernati, sembrano non reagire più, mi fanno sconquassare e mi rendono irrequieto. Il futuro? Una dolce illusione.. Io ero il 'secchione'? Ma davvero? Non ci credo più.. Che ne ho fatto delle mie ragioni, non devo arrendermi.
Se un giorno finisse nel mio stesso giorno a nessuno importerebbe, la vita va avanti, le stagioni andrebbero comunque a susseguirsi come sempre e le stelle rimarranno fisse accanto alla luna che sembra immutata nei secoli. Non voglio i secoli, voglio il presente. Voglio che mi venga strappato, come un albero segato. E di notte, su di un ponte, guardavo l'acqua scura con la dannata voglia di fare un tuffo giù e non tornare. La promessa dei miei diciotto anni non l'ho mantenuta ma sono sicuro che presto arriverà. Il mio ventunesimo è arrivato da un po'. Sono maggiorenne di nuovo. E se non sono io ad essere uno degli spettatori, sarò sicuramente il protagonista, almeno per una volta, in tutta la mia vita che è stata. La voglia di decidere per me, la voglia di non ascoltare nessuno e andare avanti lo stesso.
Ci sarò, forse in punta di piedi, forse sparirò, forse nessuna delle due. Sicuramente avrò la consapevolezza di essere me stesso, con me stesso.

Ho paura.

Aiuto.

giovedì 10 marzo 2011

Mio padre mi diceva sempre..

Vorrei sbarazzarmi di tutto quello che mi trascino da tempo, mi fa male e mi logora così come un impermeabile usato troppe volte e che alla prima pioggerellina ti fa bagnare. Il mio impermeabile è appeso ad un chiodo in una qualche stanza remota del tempo, non riesco più a farmi scivolare le cose, mi inzuppo di pensieri, rabbia, malinconia, gioia, nostalgia, parole. A volte mi capita di rimanere a fissare il vuoto come i gatti quando meditano sul loro reale nome, quello che gli diede Dio; mio padre me lo diceva sempre quando vedevo Noir che non faceva altro che fissare un punto, più o meno impreciso, della stanza e mi preoccupavo perchè pensavo stesse morendo. "Non avere paura, loro meditano il nome affidatogli da Dio come fosse l'unico dono per la quale vale la pena vivere, avere la propria identità.. Sei troppo piccolo per capire, quando sarai più grande ti ricorderai di queste parole". E a distanza di anni non ho ancora capito perchè un animale mediti così tanto su una cosa che a volte mi sembra superflua. Superflua perchè non ho un' identità, sono invisibile agli occhi di chi passeggia per la strada, sono invisibile ai miei cari quando tutto quello che vorrei è avere un passaggio con la macchina per tornare a casa la sera dopo il lavoro, sono invisibile agli occhi della gente che reputavo importante, riescono a cancellare tutto come se non fosse mai successo, come se non ci fossi mai stato. Io non riesco ad eliminare tutto dal nulla e quelle chiamate interminabili al cellulare, quello scambio di idee sempre contrastanti, mi mancano..
Ma basta, è passato e sto cercando piano piano di venirne a galla ma quell'impermeabile non mi aiuta. Quello che vorrei in assoluto è buttare giù nuove fondamenta, costruire qualcosa, essere di nuovo una persona agli occhi degli altri, magari una persona degna delle proprie confidenze, una persona da volere bene, davvero. Quelle persone non ci sono più e oggi ci metto una bella pietra sopra, non mi volto più così come di solito si fa quando si attraversa il deserto, non ci si volta mai indietro (non ricordo in che film ho sentito questa cosa qui). Mi sono stancato di farmi in quattro per chi probabilmente nemmeno riesce a guardare i miei occhi e si ferma al mio naso all'insù. Voglio una vita vera, fatta di emozioni, di amicizia e di amore. L'amore-agapè, quell'amore che solo un amico può darti. Platone aveva ragione, cazzo. Mando tutto al diavolo, voglio ricominciare, non voglio abbattermi, voglio vivere nuovi giorni assaporando quella nostalgia che piano piano muta e si trasforma in un presente che malinconicamente mi fa dire addio a quello che è stato.
Forse mi deprimo, forse sono vittima come dice qualcuno ma me ne fotto. Sono io. Sono emozione pura, piango e rido e non me ne vergogno. Sono vita e per questo voglio vivere.