sabato 18 giugno 2011

La sapidità del cambiamento

Un'altra tenda lavata, piegata e messa dentro uno scatolone in mezzo a tante altre cianfrusaglie. C'è odore di nostalgia, di malinconia, di delusione che contrasta con l'animo di gioia, la voglia di crearsi aspettative future e speranza. Sul tavolo preventivi e una lista di cosa tenere e cosa buttare. Un'organizzazione davvero impeccabile!
E' passato un altro anno e quante cose si trasformano, quante vite cambiano. Anche la mia, radicalmente. C'è paura e godimento, c'è ansia di fare e di disfare, forse anche per semplice ribellione, per ribellarmi al mostro che mi porto dentro, a tutto ciò che di male ho fatto. Ho sbagliato e lo riconosco ma non posso chiedere sempre scusa, diverrei poco credibile. Quello che mi fotte è la sensibilità, forse, la mia voglia di non abbandonare, forse, la mia voglia di continuare senza fare finta di nulla, forse, la mia voglia di riparare, forse.
Vorrei stare bene perchè mi voglio bene, vorrei poter essere libero di esternare i miei sentimenti senza ottenere nulla in cambio. Vorrei essere libero di agire senza essere giudicato, senza che ci sia bisogno di credere alle apparenze ma solo alla realtà degli eventi.
Tutto mi sembra salato anche quando provo a mangiare una mela, la sua sapidità cambia. Voluttuosamente l'accarezzo, sfioro le mie labbra contro quella barriera così sottile, mordo con ferocia e la mia mente vola, si colora. Quel morso è salato, è disgustoso, mi piace. Va contro la mia volontà come tutto del resto in questa fase di cambiamento.
Rimarranno in sospeso diverse cose, una cena di pesce, un viaggio, una giornata dedicata al relax, una casa, un album fotografico.. Le solite parole, le uniche a non mutare, sono sempre quelle. Vengono dette solo per dare conforto, per provare a stare meglio.
Sono serenamente rassegnato agli eventi, guarderò avanti e sarò meglio di prima, sarò semplicemente me stesso con me stesso, affronterò tutto ciò che la vita mi darà e ci riuscirò, come sempre d'altra parte. Perchè crollare proprio ora? Non mi appartiene..
Farò un passo indietro, creerò un nuovo me con un guscio diverso ma con gli stessi occhi di due anni fa, forse con un sorriso in più. Ho messo la testa a posto e ho bisogno di dimostrarmelo per poterlo dire al mondo intero.

lunedì 6 giugno 2011

Vado via..

Zumb, zumb, poft.. Uaf, uaf, uaf! Dindlindin, zuu uuu uuu, dindlindin.
Un silenzio profondo che taglia emozioni e sentimenti. Mi sfioro per accarezzarmi, mi sfioro per baciarmi, per sentirmi vivo, mi accorgo che esisto. Mi sento e sono con me stesso. La consapevolezza che sono abbandonato in questo divano si fa nitida e ce ne saranno ancora di ore, di giorni che trascorrerò così, a sentirmi vivo. Ma ora penso..

Una ferita cicatrizzata che era diventata il mio più grande orgoglio ora si riapre, sanguina. Perdo linfa vitale e voglio che continui, così da farmi assaporare quella sapidità che ormai avevo dimenticato. Angeli caduti stanno ai miei piedi e altri mi sussurrano alle orecchie quei pensieri segreti che ancora oggi non mi è stato permesso svelare, quei segreti che non sarebbero capiti se non da chi fosse riuscito ad attraversare quella foresta che mi circonda. La foresta del disincanto. Le panchine non hanno più senso, gli alberi perdono le foglie nonostante si avvicini il tempo di Litha, il Sole e la Luna invocano un sacrificio e non sarò di certo io. Voi mi avete manipolato e addestrato e io decido di andare via e non tornare. Stavolta il sacrificio sarà offerto da me e a me stesso.