giovedì 5 maggio 2011

Papaveri Rossi

Corro per prati verdi e con atteggiamenti infantili raccolgo qualche papavero che prematuramente è sbocciato. Quel vento annuncia l'arrivo di una stagione nuova, quella che ricordo sempre con nostalgia e con una punta di amarezza. Voglio essere cullato da parole mai dette e da gesti ripetuti, sempre gli stessi, quelli che più sono spontanei in certe circostanze. Voglio ballare quella danza folk che mi fa sentire vivo, che mi fa percepire la solitudine, che mi perseguita e di cui ne sono innamorato.
Mi guardo intorno e un sorriso mi coglie inaspettatamente, rido, ma più che altro è un ghigno benevolo. Posso solo sorridere, questa sarà la mia arma, sarà questa la mia forza, non ho nulla per cui debba piangere. La mia metamorfosi sta concludendosi e chissà che bella farfalla sarò, chissà come volerò, e chissà quanti si accorgeranno che questa bellezza non durerà molto e che quella manciata di giorni rimanenti saranno per me i più importanti, sarà la mia vera vita, mi svelerò. Vorrò bere nuovamente da quel calice il nettare per me più prezioso per poi ricordarlo alla fine di tutto. Vorrò riassaporare antichi sapori per un antico ricordo.